Vitruvio definisce architettura "una scienza, che è adornata di molte cognizioni, e colla quale si regolano tutti i lavori, che si fanno in ogni arte" ("De Architectura")
Se consideriamo che queste parole risalgono al 30 a.c circa, ne possiamo congliere l'estrema modernità e usabilità.
I 3 criteri fondamentali sono, ancora oggi, parte fondante del concetto stesso di "architettura":
1. firmitas (stabilità)
2. utilitas (utilità)
3. venustas (bellezza o piacere)
« Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza. Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza avarizia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all'uso; bellezza, infine quando l'aspetto dell'opera sarà piacevole per l'armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l'avveduto calcolo delle simmetrie. »
A mio parere oggi, la tanto osannata bellezza ha prevalso sulla stabilità e la sicurezza, dimenticando che i lavori realizzati, oltre ad allietare l 'occhio, devono anche e soprattutto rispettare l'essere umano che contiene.
L'architettura è sì "gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi nella luce" (Le Corbusier) ma anche "ambiente della vita umana in vista delle necessità umane" (William Morris)
Link utili:
L'architettura di Vitruvio (testo integrale)
Archiportale (portale d'architettura)
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